Il Consiglio dei ministri, dopo 45 anni dall’introduzione della legge 772 “Norme in materia di obiezione di coscienza”, ha approvato in data 10.2.2017 il decreto legislativo che disciplina il servizio civile universale in attuazione della legge 6 giugno 2016, n. 106.
L’obiettivo è di rafforzare il servizio civile quale strumento di difesa non armata della Patria ai sensi degli artt. 11 e 52 della Costituzione, di educazione alla pace tra i popoli e di promozione dei valori fondativi della Repubblica.
Il decreto sul servizio civile chiarisce in modo definitivo la possibilità di partecipazione ai programmi anche per gli stranieri regolarmente soggiornanti in Italia. Particolare attenzione è riservata alle problematiche dei giovani con minori opportunità che avranno maggiori occasioni di partecipazione agli interventi di servizio civile, anche in considerazione della previsione di meccanismi di premialità a favore degli enti che realizzeranno gli interventi con l’impiego di questi giovani
Nel servizio civile rientreranno attività o nei settori dell’assistenza, della protezione civile, del patrimonio ambientale e della riqualificazione urbana, del patrimonio storico, artistico e culturale, dell’educazione e promozione culturale e dello sport, dell’agricoltura in zona di montagna e sociale, della biodiversità, della promozione della pace tra i popoli, della nonviolenza e della difesa non armata, della promozione e tutela dei diritti umani, della cooperazione allo sviluppo, della promozione della cultura italiana all’estero e del sostegno alle comunità di italiani all’estero. Le battaglie dei volontari e delle organizzazioni o-Profit hanno portato all’introduzione della flessibilità: la durata del periodo di volontariato potrà variare tra gli otto e i dodici mesi in base alle esigenze di vita e di lavoro dei giovani, le ore settimanali saranno non più 30 ma 25. Inoltre i progetti oltre a valorizzare nel curriculum vitae le competenze acquisite durante il servizio definiranno i criteri per il riconoscimento e la valorizzazione delle competenze acquisite. Agli operatori volontari impegnati in interventi da realizzarsi in Italia, è offerta la possibilità di effettuare il servizio, per un periodo di tre mesi, in uno dei Paesi dell’Unione europea, al fine di rafforzare il senso di appartenenza all’Unione nonché di facilitare lo sviluppo di un sistema europeo di servizio civile, ovvero in alternativa di usufruire di un tutoraggio finalizzato alla facilitazione dell’accesso al mercato del lavoro. Invariata invece l’età per partecipare: potranno farne richiesta tutti i giovani con un’età compresa tra i 18 ed i 29 anni (non ancora compiuti).
Sul fronte organizzativo le variazioni sono tante, allo Stato sono attribuite le funzioni di programmazione, controllo, verifica e valutazione del servizio civile universale. Le funzioni di programmazione sono svolte mediante la predisposizione del piano triennale, attuato con piani annuali che tengono conto del contesto nazionale ed internazionale, delle risorse economiche disponibili derivanti dal bilancio dello Stato, delle risorse comunitarie e di quelle rese disponibili da soggetti pubblici o privati. Le funzioni di controllo, verifica e valutazione sono effettuate mediante un controllo sulla gestione delle attività degli enti, una valutazione dei risultati dei programmi di intervento e verifiche ispettive sulle attività svolte dagli enti. Le Regioni e le Province autonome partecipano alla realizzazione degli interventi di servizio civile universale negli ambiti di competenza, nel rispetto della programmazione stabilita dallo Stato. Ruolo importante anche per Regioni e Province autonome che sono chiamate a partecipare attraverso la cooperazione nella realizzazione degli interventi. Così come centrale sarà il ruolo della Consulta nazionale per il servizio civile e la Rappresentanza degli operatori volontari chiamati a confrontarsi con lo Stato per l’attuazione del Servizio Civile.
Gli enti sia pubblici che privati che vorranno programmare, sviluppare e realizzare progetti di SCU dovranno essere iscritti in un apposito Albo articolato in distinte sezioni regionali.
L’obiettivo è di rafforzare il servizio civile quale strumento di difesa non armata della Patria ai sensi degli artt. 11 e 52 della Costituzione, di educazione alla pace tra i popoli e di promozione dei valori fondativi della Repubblica.
Il decreto sul servizio civile chiarisce in modo definitivo la possibilità di partecipazione ai programmi anche per gli stranieri regolarmente soggiornanti in Italia. Particolare attenzione è riservata alle problematiche dei giovani con minori opportunità che avranno maggiori occasioni di partecipazione agli interventi di servizio civile, anche in considerazione della previsione di meccanismi di premialità a favore degli enti che realizzeranno gli interventi con l’impiego di questi giovani
Nel servizio civile rientreranno attività o nei settori dell’assistenza, della protezione civile, del patrimonio ambientale e della riqualificazione urbana, del patrimonio storico, artistico e culturale, dell’educazione e promozione culturale e dello sport, dell’agricoltura in zona di montagna e sociale, della biodiversità, della promozione della pace tra i popoli, della nonviolenza e della difesa non armata, della promozione e tutela dei diritti umani, della cooperazione allo sviluppo, della promozione della cultura italiana all’estero e del sostegno alle comunità di italiani all’estero. Le battaglie dei volontari e delle organizzazioni o-Profit hanno portato all’introduzione della flessibilità: la durata del periodo di volontariato potrà variare tra gli otto e i dodici mesi in base alle esigenze di vita e di lavoro dei giovani, le ore settimanali saranno non più 30 ma 25. Inoltre i progetti oltre a valorizzare nel curriculum vitae le competenze acquisite durante il servizio definiranno i criteri per il riconoscimento e la valorizzazione delle competenze acquisite. Agli operatori volontari impegnati in interventi da realizzarsi in Italia, è offerta la possibilità di effettuare il servizio, per un periodo di tre mesi, in uno dei Paesi dell’Unione europea, al fine di rafforzare il senso di appartenenza all’Unione nonché di facilitare lo sviluppo di un sistema europeo di servizio civile, ovvero in alternativa di usufruire di un tutoraggio finalizzato alla facilitazione dell’accesso al mercato del lavoro. Invariata invece l’età per partecipare: potranno farne richiesta tutti i giovani con un’età compresa tra i 18 ed i 29 anni (non ancora compiuti).
Sul fronte organizzativo le variazioni sono tante, allo Stato sono attribuite le funzioni di programmazione, controllo, verifica e valutazione del servizio civile universale. Le funzioni di programmazione sono svolte mediante la predisposizione del piano triennale, attuato con piani annuali che tengono conto del contesto nazionale ed internazionale, delle risorse economiche disponibili derivanti dal bilancio dello Stato, delle risorse comunitarie e di quelle rese disponibili da soggetti pubblici o privati. Le funzioni di controllo, verifica e valutazione sono effettuate mediante un controllo sulla gestione delle attività degli enti, una valutazione dei risultati dei programmi di intervento e verifiche ispettive sulle attività svolte dagli enti. Le Regioni e le Province autonome partecipano alla realizzazione degli interventi di servizio civile universale negli ambiti di competenza, nel rispetto della programmazione stabilita dallo Stato. Ruolo importante anche per Regioni e Province autonome che sono chiamate a partecipare attraverso la cooperazione nella realizzazione degli interventi. Così come centrale sarà il ruolo della Consulta nazionale per il servizio civile e la Rappresentanza degli operatori volontari chiamati a confrontarsi con lo Stato per l’attuazione del Servizio Civile.
Gli enti sia pubblici che privati che vorranno programmare, sviluppare e realizzare progetti di SCU dovranno essere iscritti in un apposito Albo articolato in distinte sezioni regionali.